Ultima notte ad Auroville.

Oggi lunedi è arrivato il momento di lasciare Auroville. Mancano pochi giorni al ritorno in Europa.
Con Franco e Angela ci spostiamo a Mamallapuram a meno di 100 km da Chennai ( la capitale del Tamil Nadu).
Dunque mi resta da scrivere un paio di note di nuovo su Auroville e il Matrimandir.
Voglio completare la descrizione della struttura dell’anima della città.
Alcuni post indietro ho descritto della camera interna, dove siamo stati una mattinata.
Ora è opportuno parlare delle altre stanze di meditazione presenti tutto intorno alla sfera circolare dorata, denominate i petali.
Ad ognuna delle 12 stanze corrisponde un colore abbinato ad un’attitudine o virtù e un fiore. L’elenco dei 12 colori e rispettive qualità fu definito da La Mere; tra l’altro al centro visitatori è possibile prendere visione dei suoi scritti originali che davano indicazioni molto precise su come avrebbe dovuto essere organizzato il Matrimandir e relativo giardino.
Le attitudini che sottolineo sono riferite alla natura femminile, ricordando che il Matrimandir è dedicato al concetto di Madre Universale, sono le seguenti:
Sincerità - Umiltà - Gratitudine - Perseveranza - Aspirazione - Ricettività - Progresso - Coraggio: queste qualità sono riferite alla natura divina
Bontà - Generosità - Uguaglianza - Pace: le ultime 4 sono riferite alla natura umana.
Sembra che suoni tutto molto ragionevole e condivisibile.
Con Franco andiamo la mattina di giovedì subito alle 9.30, io scelgo Gratitudine rappresentata dal colore verde chiaro, Franco accede a Progresso rappresentata dal colore arancio.
L’accesso si deve effettuare sempre a piedi scalzi, indossando le calze bianche fornite all’ingresso. Dentro sono disposti alcuni cuscini bianchi dove ci si può sedere, si sta ovviamente in silenzio e si procede volendo ad una meditazione individuale. Si può rimanere quanto si vuole, dopo una mezz’oretta io esco e trovo Franco ad aspettarmi. Insieme restiamo in silenzio sotto il Banyan (l’albero gigante proprio a fianco del Matrimandir) e poi ce ne torniamo a casa a piedi commentando sensazioni e ponendoci di nuovo un sacco di domande. Io e Franco manteniamo un approccio occidentale all’esperienza aurovilliana, quindi un po’ distaccato. Io penso che sarebbe bello riuscire a farsi conquistare dall’idea di Aurobindo ma il mio essere razionale, nato e cresciuto in occidente me lo impedisce. 
Concludiamo che la vita ad Auroville si rivela essere quasi come una bolla almeno per i guests. E che le vere questioni di amministrazione e gestione di tutta la comunità a noi non possono essere note, ma sappiamo per certo che esistono.
Ma veniamo alle questioni più pratiche. Nel pomeriggio viaggiamo in taxi per raggiungere un luogo nuovo, famoso per i suoi templi tra i più antichi dell’india del sud. Lasciamo Auroville salutando Lucia che resta fino alla fine del mese e le ormai amiche Rossella e Cristina due delle manager della Guest House che ci ha ospitato in queste ben 17 notti.
Il viaggio continua...

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