Ritorno in Occidente.

È definitivo, il ritorno in Occidente è avvenuto. Dopo le due notti a Mamallapuram, mercoledì ci siamo spostati a Chennai e alla notte abbiamo preso il nostro volo per Parigi.
L’ulitma giornata l’abbiamo trascorsa in pieno relax, colazione con calma, giro a piedi, taxi nel pomeriggio, sandwich intorno alle 18 e poi via in areoporto.
Li abbiamo avuto tutto il tempo di fare un primo bilancio del nostro soggiorno indiano.
Tutti soddisfatti e più o meno pronti per rientrare in Occidente, a casa.
Io ho ripreso lentamente i miei impegni lavorativi in primis e chiaramente anche famigliari.
Il ritorno rappresenta sempre un momento di riflessione e di confronto, soprattutto quando si torna da una meta molto esotica e differente dal nostro paese. Scattano in automatico i confronti sul clima, sulla differenza di meteo, sul colore del cielo, sulla profondità  di orizzonte che può offrire una città rispetto ad una zona meno abitata.
A Modena fa freddo il cielo è tanto grigio e quando mi alzo alla mattina è ancora buio.
Che luce che c’era in India!
Per non parlare poi dei modi e degli approcci delle persone.
Sono curiosi gli indiani, a volte anche invasivi, qui spesso noi siamo distratti, sostenuti, con poca voglia di guardarci intorno... e la libertà di camminare senza scarpe, la possibilità di vestirsi come viene sapendo che nessuno può e vuole giudicare come sei. Ecco una grande differenza: la gente qui è sempre pronta a giudicare, quando viaggio questa sensazione non la percepisco. In India anche questa volta il contesto era di libertà, di condivisione e possibilità.
Ecco anche perché viaggiare mi piace tanto. Mi sento più libera, più aperta verso gli altri.
Si conclude con questo articolo il mio racconto indiano.
Non mi rimane che aspettare un prossimo viaggio, nel frattempo buon aperitivo a tutti!

ritorno in Occidente.

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