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Ultima gita in Ladakh

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l’ultima mitica escursione del ns viaggio ladako si svolge in un paio di giorni. Abbiamo l’obiettivo di vedere un lago enorme lungo ben 150 km, il Pangong Tso Lake. Dovremo spostarci verso il confine cinese e dovremo superare un passo montano che scopriremo lungo il viaggio in fuoristrada si farà dare del Lei, sia in termini di altezza ( supereremo i 5.300 metri) sia in termini di strade da percorrere. Tutto questo ovviamente alla partenza non sarà di ns conoscenza ma strada facendo lungo il viaggio che diventerà di ben 7 ore da Leh, tutto si farà per noi chiaro. Bisogna ammettere che riusciamo a godere di paesaggi unici e speciali. Il cielo costantemente terso illumina paesaggi montani per me del tutto nuovi. La strada è veramente difficile, siamo costantemente in salita e l’assetto stradale che consente un unico transito determinerà vari passaggi più o meno stimabili come pericolosi per una mente occidentale. Ma qui siamo pur sempre in India e il pericolo e’ stimato con a

Monastero di Lamayuru

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Il nostro trekking finisce in un piccolo villaggio chiamato Temisgang. Ci trasferiamo in auto a Lamayuru un altro paese dominato da un monastero importante e da uno scenario naturale molto particolare. Le montagne sembrano una superficie lunare. Infatti anche il nostro albergo si chiama moonland . Qui dormiamo una notte. Lo scopo e’ visitare il monastero che e’ una vera e propria cittadella e potere  partecipare ad un rito chod. E a questo punto le ns comuni conoscenze sul buddismo iniziano a cedere. Vogliamo capire bene di cosa si tratta. E’ cosi che la guida assieme al mitico Tenzin organizzano una meditazione solo per noi 4 per la mattina. Siamo noi e il monaco che inizia a spiegare in cosa consiste il rito e cosa ci si aspetta da noi. L’origine di tutto e’ il buddismo tantrico che come ho già avuto modo di dire proviene direttamente dal Tibet ed e’ stato introdotto qui molti secoli fa. E’ una conoscenza antica che si tramanda di monaco in monaco, guru o bohdisattha che sia.

Trekking forever

Passiamo tre giorni in mezzo alle montagne del Ladakh circondate da natura immensa e infinita. Ci porta in giro una ragazza molto carina tal Tashi e ci assiste suo marito, con l’auto sempre a portata di mano. In tre giorni percorriamo sentieri più o meno tracciati per un totale di circa 35 km. A me sembra un po’ di essere tornata sul Cammino di Santiago, ovviamente non per il paesaggio che trovo unico e speciale, ma piuttosto per i ritmi, per le pause legate spesso alla visita di qualche monastero o luogo dedicato alla spiritualità.  Devo dire che questi giorni mi fanno molto bene, camminare aiuta a riconciliarsi con se stessi, a mettere a fuoco le cose fatte e quelle da fare. Insomma mi ci ritrovo, risulta inoltre essere un buon modo per conoscere meglio le tre compagne di viaggio incontrate a Delhi, meno di una settimana fa. L’altra cosa speciale che ci offre l’esperienza di trekking in Ladakh e’ la possibilità di incontrare da vicino alcune famiglie locali, sono loro che ci

Leh capitale del Ladakh

Il 12 luglio passiamo la giornata a Leh visitando la città nei suoi punti più caratteristici. La cosa più importante da vedere e’ senz’altro il Leh Palace del tutto simile come stile al Palazzo Potala a Lhasa, capitale del Tibet. Molto interessante, è stato oggetto di un buon restauro terminato intorno al 2012. La sua struttura risale al 1600 quando Leh divenne la capitale del Ladakh. In serata andiamo allo Shanti Stupa, veramente molto imponente costruito in collaborazione con i giapponesi, dedicato alla pace nel mondo. E’ stato inaugurato negli anni 80 alla presenza del Dalai Lama. La capitale Leh si può usare come base per la visita dei monasteri buddisti sparsi intorno alla città e alla valle, testimonianza della diffusione del buddismo e delle pratiche religiose tutt’ora molto sentite. In realtà Leh e’ capoluogo del Ladakh che risulta essere una delle province dello stato indiano del Jammu e Kashmir, qui siamo molto vicini al confine con il Pakistan e la Cina. Queste vi

Festival di Hemis

Il monastero di Hemis e’ uno dei più importanti del Ladakh.  Per capire bene questa regione e’ fondamentale avere come riferimento la cultura tibetana.  Il Tibet ora è una stato appartenente alla Cina, ma prima della rivoluzione cinese era uno stato indipendente.  Ha una sua cultura molto definita, i tibetani sono buddisti e si riconoscono nel capo spirituale del Dalai Lama. Il buddismo è una religione nata in India fondata da Siddharta, l’illuminato, colui che ha raggiunto il Nirvana attraverso varie fasi di meditazione. In Ladakh il buddismo tibetano ci e’ arrivato nell’VIII secolo attraverso l’opera di diffusione di Guru Padmasambhava, che porto’ i principi del buddismo tantrico. La caratteristica del monastero di Hemis e’ che è stato fondato intorno al 1600 da un monaco che fu poi considerato il successore o meglio la reincarnazione del guru sopracitato. La visita nel mese di luglio ad Hemis e’ fondamentale perché coincide con l’evento più importante dell’anno, il festiva

Meditation session

Dopo essere atterrate all’aeroporto di Leh la guida locale Tenzin ci accoglie con la sciarpa bianca buddhista in segno di accoglienza e benvenuto. Siamo a 3.500 metri sul livello del mare. Il volo che ci ha portato qui diretto da Delhi sorvola la catena himalayana, perciò si ha una veduta pazzesca: Volo himalayano Da ora in poi inizia la fase dell’acclimatamento. L’altitudine porta effetti sul corpo non governabili, l’aria è rarefatta perciò il respiro diventa più affannoso. Inoltre può venire mal di testa e un senso di maggiore stanchezza generale. Le soluzioni senza ricorrere a medicinali sono quelle di mangiare poco e bere molta acqua ma a piccoli sorsi e ovviamente riposare. Per affrontare l’acclimatamento passiamo i prossimi tre giorni nel centro di meditazione legato alla Mahabodhi Society, proprio a pochi km da Leh. Si tratta di un luogo speciale ce ne rendiamo conto molto presto. Fondato nel 1987 da Bhikkhu Senghasena monaco buddista di Bangalore, rappresenta u

RITORNO IN INDIA

Ebbene sì e’ il mese di luglio e ritorno in India. Si tratta della terza volta. Fatto il Rajastahan, fatto il Tamil-Nadu, ora tocca al Ladakh. Per capirci bene il Rajastahan e’ la parte storica dell’India, si va a Delhi, Varanasi, Agra, Kajurao, Jaipur e così via.... il Tamil- Nadu e’ lo stato che ospita la città di Auroville dove sono stata a gennaio di quest'anno. Ora è il momento giusto per vedere il nord, la regione del Ladakh si trova proprio al di sotto del Tibet. E’ una zona buddista che ha risentito dell’influenza tibetana e tutt’ora ospita rifugiati tibetani fuggiti dall’occupazione cinese. Insomma e’ il posto dove voglio andare ci penso da un po’.... Il Ladakh in luglio ospita uno dei festival più importanti del buddismo tibetano, e io sento che non posso mancare. La partenza è prevista per il 6 luglio un comodo volo Air India mi porta da Milano Malpensa diretta a New Delhi. Li trovo le mie compagne di viaggio Elena da Fano, Elisa che vive in Germania e Silv

Ritorno in Occidente.

È definitivo, il ritorno in Occidente è avvenuto. Dopo le due notti a Mamallapuram, mercoledì ci siamo spostati a Chennai e alla notte abbiamo preso il nostro volo per Parigi. L’ulitma giornata l’abbiamo trascorsa in pieno relax, colazione con calma, giro a piedi, taxi nel pomeriggio, sandwich intorno alle 18 e poi via in areoporto. Li abbiamo avuto tutto il tempo di fare un primo bilancio del nostro soggiorno indiano. Tutti soddisfatti e più o meno pronti per rientrare in Occidente, a casa. Io ho ripreso lentamente i miei impegni lavorativi in primis e chiaramente anche famigliari. Il ritorno rappresenta sempre un momento di riflessione e di confronto, soprattutto quando si torna da una meta molto esotica e differente dal nostro paese. Scattano in automatico i confronti sul clima, sulla differenza di meteo, sul colore del cielo, sulla profondità  di orizzonte che può offrire una città rispetto ad una zona meno abitata. A Modena fa freddo il cielo è tanto grigio e quando mi alzo