Monastero di Lamayuru
Il nostro trekking finisce in un piccolo villaggio chiamato Temisgang.
Ci trasferiamo in auto a Lamayuru un altro paese dominato da un monastero importante e da uno scenario naturale molto particolare.
Le montagne sembrano una superficie lunare.
Infatti anche il nostro albergo si chiama moonland .
Qui dormiamo una notte. Lo scopo e’ visitare il monastero che e’ una vera e propria cittadella e potere partecipare ad un rito chod. E a questo punto le ns comuni conoscenze sul buddismo iniziano a cedere. Vogliamo capire bene di cosa si tratta.
E’ cosi che la guida assieme al mitico Tenzin organizzano una meditazione solo per noi 4 per la mattina. Siamo noi e il monaco che inizia a spiegare in cosa consiste il rito e cosa ci si aspetta da noi.
L’origine di tutto e’ il buddismo tantrico che come ho già avuto modo di dire proviene direttamente dal Tibet ed e’ stato introdotto qui molti secoli fa. E’ una conoscenza antica che si tramanda di monaco in monaco, guru o bohdisattha che sia.
Noi ci immergiamo volentieri in questa atmosfera mistica e dopo una meditazione di circa un’ora la sensazione e’ sicuramente di rilassatezza e di pieno senso di comunione con gli altri esseri viventi.
La parte più profonda del messaggio del rito chod che ci spiega la guida (il mitico Urgayn) e’ questo sentimento fondamentale che deve pervadere il ns animo, la compassione.
Non è da interpretare in senso prettamente Cristiano, per noi compassione significa spesso provare pietà per gli altri. Dal punto di vista buddista e’ più un senso di connessione con tutti gli esseri viventi attraverso un forte sentimento di empatia che ci fa sentire di essere tutti uniti e tutti alla ricerca della fine della sofferenza umana. Da questo punto di vista la meditazione oltre a infondere un senso pieno di calma e di maggiore consapevolezza, consente di acquisire un punto di vista su se stessi e sugli altri molto più avvolgente e completo. Siamo tutti nella stessa situazione nel corso della vita, tutti soffriamo, nasciamo da soli e moriamo altrettanto soli.
Qui mi fermo, le mie riflessioni sono state completate una volta ripresa l’attività lavorativa in Italia.
Le tengo care, serviranno.
La complessità di questo punto di vista così distante dal nostro ha richiesto qualche giornata in più per essere metabolizzato dalla mia testolina occidentale.
Ci sentiamo al prossimo post!
Ci trasferiamo in auto a Lamayuru un altro paese dominato da un monastero importante e da uno scenario naturale molto particolare.
Le montagne sembrano una superficie lunare.
Infatti anche il nostro albergo si chiama moonland .
Qui dormiamo una notte. Lo scopo e’ visitare il monastero che e’ una vera e propria cittadella e potere partecipare ad un rito chod. E a questo punto le ns comuni conoscenze sul buddismo iniziano a cedere. Vogliamo capire bene di cosa si tratta.
E’ cosi che la guida assieme al mitico Tenzin organizzano una meditazione solo per noi 4 per la mattina. Siamo noi e il monaco che inizia a spiegare in cosa consiste il rito e cosa ci si aspetta da noi.
L’origine di tutto e’ il buddismo tantrico che come ho già avuto modo di dire proviene direttamente dal Tibet ed e’ stato introdotto qui molti secoli fa. E’ una conoscenza antica che si tramanda di monaco in monaco, guru o bohdisattha che sia.
Noi ci immergiamo volentieri in questa atmosfera mistica e dopo una meditazione di circa un’ora la sensazione e’ sicuramente di rilassatezza e di pieno senso di comunione con gli altri esseri viventi.
La parte più profonda del messaggio del rito chod che ci spiega la guida (il mitico Urgayn) e’ questo sentimento fondamentale che deve pervadere il ns animo, la compassione.
Non è da interpretare in senso prettamente Cristiano, per noi compassione significa spesso provare pietà per gli altri. Dal punto di vista buddista e’ più un senso di connessione con tutti gli esseri viventi attraverso un forte sentimento di empatia che ci fa sentire di essere tutti uniti e tutti alla ricerca della fine della sofferenza umana. Da questo punto di vista la meditazione oltre a infondere un senso pieno di calma e di maggiore consapevolezza, consente di acquisire un punto di vista su se stessi e sugli altri molto più avvolgente e completo. Siamo tutti nella stessa situazione nel corso della vita, tutti soffriamo, nasciamo da soli e moriamo altrettanto soli.
Qui mi fermo, le mie riflessioni sono state completate una volta ripresa l’attività lavorativa in Italia.
Le tengo care, serviranno.
La complessità di questo punto di vista così distante dal nostro ha richiesto qualche giornata in più per essere metabolizzato dalla mia testolina occidentale.
Ci sentiamo al prossimo post!
Commenti
Posta un commento